Relazione umano-gatto

CASO DI STUDIO
RICERCA SUL RIFERIMENTO SOCIALE UMANO
Febbraio 2019

Viene riportato in questo lavoro un singolo caso oggetto di questo mio studio personale. Pertanto non si vogliono in alcun modo sostenere in modo assoluto le ipotesi qui di seguito avanzate. Lo studio completo su questo argomento coinvolge più casi ed è al momento ancora in fase di ricerca.

NOME DEL GATTO: GRIS

ETA’: 10 MESI

SVILUPPO COMPORTAMENTALE: regolare sviluppo comportamentale, distacco a 4 mesi da madre e cucciolata, ambiente di sviluppo esterno/interno (stimolazione adeguata ed equilibrata), regolare contatto umano con adulti e bambini.

STATO FISICO: Sterilizzato. Al check up veterinario risulta sano.

AMBIENTE DI VITA ATTUALE: gattile, solo interno, stanza condivisa con altri 4 gatti della stessa età. Nessun rilevamento di comportamenti anomali.

TEST DELLA PERSONALITA’: Socievole, ben manipolabile, molto tollerante al contatto anche in zone del corpo particolari come pancia, coda. Visite veterinarie eseguibili senza alcun problema. Cure farmacologiche per bocca eseguibili senza alcun problema.

STRESS SCORE TEST: leggermente teso

Nella stanza erano presenti la sottoscritta, due adulti e due bambini di circa 2-4 anni, di cui il più piccolo stava in braccio al padre.
Dopo circa 10 minuti in cui si conversava ad una distanza dal gatto di circa 2 mt, la famiglia si sposta verso l’angolo della stanza, di fronte ad un tiragraffi verticale su cui sostavano tutti i 5 gatti.

Gris è posizionato sul ripiano medio, all’interno di una cuccia di stoffa. La posizione e comunicazione corporea suggerisce che è leggermente teso, in osservazione.

Molti articoli/libri/corsi si preoccupano di spiegare l’interpretazione corretta della comunicazione felina, ma ben pochi (forse nessuno!) si preoccupa di spiegare l’importanza di un’accurata comunicazione umana verso il gatto. Possiamo essere degli esperti nell’interpretazione della comunicazione del gatto, ma essere dei pessimi comunicatori con il gatto!

A mio avviso quando umano e gatto non si conoscono è necessario:

☛ Abbassarsi – il gatto può essere intimidito dalla nostra altezza
☛ Parlare eventualmente (ma è preferibile il silenzio) delicatamente con voce calma.
☛ Lasciare che il gatto si avvicini per primo – il gatto deve sentirsi abbastanza a suo agio da permetterci di toccarlo.
☛ Muoversi lentamente attorno al gatto: i movimenti veloci possono intimidire il gatto
☛ Stendere la mano e lasciare che il gatto annusi il nostro odore – questo forma un rapporto di fiducia
☛ Non continuare ad avvicinarsi al gatto se non sembra interessato
☛ Non chiudere in un angolo il gatto – può sentirsi intrappolato
☛ Non guardare direttamente negli occhi il gatto: il gatto potrebbe trovarlo offensivo e intimidatorio

Dopo circa altri 10 minuti la signora si avvicina porgendo la mano, ma Gris scende immediatamente dal tiragraffi posizionandosi nella parte inferiore. La reazione è un pò anomala perché tendenzialmente questo gatto accetta volentieri il contatto umano. E’ probabile che la postura degli umani estranei sia stata intesa come una possibile minaccia (in piedi e un umano in piedi + la bambina in braccio), posizionati proprio frontalmente al gatto.

Dopo poco, Gris percorre la stanza sul perimetro e mi raggiunge. Io sto in mezzo alla stanza, ad una distanza dal tiragraffi di circa 2mt in piedi. Solitamente i gatti intimiditi possono percorrere lo spazio seguendo il perimetro. Comincia a strofinarsi sulle mie gambe e cerca con insistenza un contatto visivo. Mi abbasso.

Il gatto mi conosce.
Questo è un elemento importante.
Nonostante stessi anch’io in piedi, il gatto si è avvicinato perché non mi considera un estranea.

Il comportamento, però, sul quale mi voglio soffermare è lo strofinamento e il contatto visivo.

Lo sfregamento risulta eccessivo e continuo, alternato alla ricerca del contatto visivo.

Il sistema sociale dei gatti domestici comprende tutti gli animali che condividono il loro spazio domestico. Questi possono essere percepiti come minacce (cani, umani), concorrenti per le risorse (altri gatti) o prede (piccoli uccelli, pesci e “animali domestici”).

I gatti tra loro utilizzano il comportamento di mantenimento della distanza per evitare conflitti diretti, l’importanza dell’interazione sociale in questa specie è chiara dalla presenza di comportamenti di diminuzione delle distanze e di affiliazione.
Quando il gatto viene avvicinato da individui di una specie che non teme, ci sono due tipologie di distanze che diventano importanti. Gli individui ben accettati sono ammessi ad un approccio intimo, incluso il contatto fisico, e quindi possono entrare nella distanza personale del gatto. Altre conoscenze non saranno attaccate, ma non saranno ammesse entro la distanza personale. Questo spazio è chiamato la distanza sociale.

Nelle colonie di gatti selvatici, i felini si confermano a vicenda come membri della loro colonia, strofinandosi tra di loro. Questa è una forma di comunicazione e accettazione. Quando i gatti trasferiscono questo comportamento sull’uomo, mescolano i loro odori con quelli umani.

Il sistema sociale dei gatti domestici comprende tutti gli animali che condividono il loro spazio domestico. Questi possono essere percepiti come minacce (cani, umani), concorrenti per le risorse (altri gatti) o prede (piccoli uccelli, pesci e “animali domestici”).
I gatti tra loro utilizzano il comportamento di mantenimento della distanza per evitare conflitti diretti, l’importanza dell’interazione sociale in questa specie è chiara dalla presenza di comportamenti di diminuzione delle distanze e di affiliazione.
Quando il gatto viene avvicinato da individui di una specie che non teme, ci sono due tipologie di distanze che diventano importanti. Gli individui ben accettati sono ammessi ad un approccio intimo, incluso il contatto fisico, e quindi possono entrare nella distanza personale del gatto. Altre conoscenze non saranno attaccate, ma non saranno ammesse entro la distanza personale. Questo spazio è chiamato la distanza sociale.
continuo, alternato alla ricerca del contatto visivo.

Non solo il comportamento di sfregamento della testa lascia segnali chimici (feromoni) che identificano gli incontri amichevoli, ma pone anche il gatto in posizione vulnerabile, quindi, non è solo un modo per esprimere cordialità, ma anche fiducia. Le ghiandole coinvolte, presenti in questa zona del corpo, infatti, producono sostanze chiamate feromoni di familiarizzazione che trasformano oggetti/soggetti marcati in oggetti/soggetti familiari.

Durante questo rituale si verifica quindi un importante scambio di odori che serve a creare un odore comune e familiare tra tutti gli individui che condividono quel territorio. Lo sfregamento non è una dimostrazione di affetto nel senso umano della parola, ma è comunque un comportamento che i gatti esibiscono solo con individui che fanno parte del loro mondo e che danno loro un senso di sicurezza.

I gatti acquisiscono sicurezza dall’odore del gruppo

E’ probabile quindi che Gris, in questo momento di tensione e di incertezza, abbia avuto la necessità di cercare un punto di sicurezza, un umano quindi conosciuto, sul quale ha deposto il suo odore mescolandolo con quell’umano per acquisire sicurezza.
Il comportamento è stato molto deciso, eccessivo e continuo, tipico di un soggetto ansioso.
Non solo, ma durante l’esibizione di questo comportamento, ha cercato il contatto visivo con me.

In genere i gatti evitano il contatto visivo quando sono spaventati o minacciati; quando sono offensivamente aggressivi, lo sguardo rimane fisso.

Un nuovo studio (vedi Merola et al. 2015. Social referencing and cat-human communication. Animal Cognition 18, 639-648) ha scoperto che, proprio come i bambini e i cani che guardano ai genitori e ai proprietari per essere rassicurati di fronte a oggetti o situazioni non familiari, i gatti possono anche prendere spunti comportamentali dai loro umani. Questa capacità comunicativa di analizzare le espressioni facciali e il tono della voce e reagire alle risposte emotive dell’umano come persona di fiducia, è chiamata “riferimento sociale”.

I gatti possono cambiare il loro comportamento in risposta ai messaggi emotivi dei loro proprietari.

I gatti usano le informazioni emotive fornite dai loro proprietari su un oggetto/soggetto nuovo/sconosciuto per orientare il loro comportamento.

Tutto questo ci parla molto del condizionamento che lo stato emotivo dell’umano può produrre sul proprio gatto.

Questo è uno dei motivi per cui ho sviluppato un metodo/approccio insegnato presso il Centro di Cultura Felina®, che tiene conto di questo legame e condizionamento reciproco. Il rapporto umano-gatto è un legame in cui entrano in gioco diverse dimensioni, non solo quella fisica, ma anche psicologica, emotiva e spirituale.

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